Test di screening
Test di screening
Gli esami di screening prenatale del primo trimestre sono stati concepiti al fine di selezionare, nella popolazione generale delle donne in gravidanza, il gruppo ad alto rischio a cui proporre gli esami diagnostici invasivi.
Lo screening del primo trimestre ha la finalità di individuare precocemente, nella popolazione generale delle donne in gravidanza, le gestanti ad alto rischio di patologie cromosomiche e malformative del feto.
Le donne con rischio più alto potranno accedere direttamente a un percorso personalizzato volto ad approfondimenti diagnostici mirati che permettano di arrivare a una più chiara definizione dell’eventuale patologia.
La dottoressa Maddalena Ginami, specializzata in Ostetricia e Ginecologia, offre diverse prestazioni, test e visite per aiutare le donne e le famiglie nei mesi della gravidanza. La dottoressa riceve in diversi studi collocati a Verona e provincia.
Test del DNA fetale
Si tratta di un esame non invasivo che permette di analizzare il DNA fetale presente nel sangue materno per individuare eventuali anomalie cromosomiche nel feto. Chiamato NIPT (non invasive prenatal test/test di screening prenatale non invasivo), il test del DNA fetale consiste in un prelievo di sangue effettuabile già a partire dalla 10^ settimana di gravidanza, anche se è consigliabile eseguirlo intorno alla 12^ settimana. Analizza frammenti di DNA fetale libero e circolante (cf DNA) nel sangue materno al fine di identificare eventuali difetti cromosomici del feto, tra cui la trisomia 21 (sindrome di Down), trisomia 18 (Sindrome di Edwards), trisomia 13 (Sindrome di Patau). La sua accuratezza è maggiore degli altri test di screening del I trimestre, con un tasso di rilevazione superiore al 99%, e un tasso di falsi positivi minore.
Bi-Test o Test Combinato
Un esame che combina un prelievo di sangue con un’ecografia per valutare il rischio di sindrome di Down e di altre anomalie cromosomiche nel feto. Si tratta di un test di screening del 1^ trimestre che si basa sull’utilizzo di una tecnica combinata che associa all’esame ecografico della translucenza nucale (TN), un’analisi biochimica del sangue materno, in cui si misura la concentrazione di 2 molecole specifiche: la Free-Beta HCG e la PAPP-A. Permette di quantificare il rischio che il feto possa essere affetto da anomalie cromosomiche, in particolare la Sindrome di Down (Trisomia 21), la Sindrome di Edwards (Trisomia 18), e la Sindrome di Patau (Trisomia 13). Si esegue tra le 11 e le 13 settimane compiute di gestazione.